Estate 2020 Coronavirus - La Pelosa

Se ce l’avessero raccontato sei mesi fa non ci avremmo mai creduto. L’estate 2020 aprirà scenari completamente diversi a causa del Coronavirus. Il Sars-Cov-2 si è ormai abbattuto in ogni angolo del mondo come una tempesta spaventosa. Proprio come l’influenza spagnola che si insinuò ovunque per due anni, dal gennaio 1918 al dicembre 1920.

Per quanto ci riguarda, le strutture ricettive extra-alberghiere sono state chiuse totalmente in conseguenza al DPCM 34 del 21/3/2020, eccetto per particolari categorie di ospiti. Quindi anche noi ci siamo dovuti adeguare a questa disposizione e non abbiamo più potuto accogliere turisti, né prendere prenotazioni, soprattutto nel breve periodo.

Con questo post vorrei analizzare la situazione del “turismo” in Italia nei prossimi mesi e di come passeremo l’estate, seguendo ragionamenti sulla base della chiusura delle frontiere, della sicurezza e della tranquillità delle persone rispetto al coronavirus e della specificità del turismo nel nostro paese.

Ciò che è chiaro è che niente sarà più come lo abbiamo sempre conosciuto, anche nel settore turistico.

Perché il turismo soffrirà enormemente a causa della pandemia?

Purtroppo è molto chiaro come il settore del turismo, nel senso ampio del termine, soffrirà enormemente e le conseguenze del coronavirus saranno drammatiche.  Non parlo solo delle strutture ricettive che vedranno un calo delle presenze, o dei mezzi di trasporto, i cui prezzi presumibilmente aumenteranno, ma anche di tutti i settori trasversali. Si tratta dei servizi culturali, ristorazione, agenzie di viaggio e tour operator, assicurazioni, servizi sportivi e ricreativi che non avranno vita facile da ora per tutta l’estate. Sarà un’ondata di perdite in più campi che coinvolgeranno tantissime categorie di professionisti, imprenditori e dipendenti.

Nella gran parte dei settori suddetti, in misura variabile, il servizio non è immagazzinabile, né è possibile tradurlo in qualcosa di più tangibile da vendere al turista. Se un ristorante può lavorare con le consegne a domicilio, una camera invenduta a maggio è persa e non è possibile tradurre il soggiorno in qualcosa di concreto sempre a maggio. Se un’attività di consulenza può modificare il suo lavoro in attività gestite online tramite call e webcam, per le strutture ricettive il discorso è molto più complicato: il soggiorno prevede persone in carne ed ossa che necessariamente si spostano.

Qual è il panorama che si prospetta per l’estate 2020 post coronavirus?

E’ chiaro ormai che l’estate 2020 e il turismo sarà completamente diverso da ciò che abbiamo sempre conosciuto. I motivi sono molteplici e conseguenti al coronavirus, e purtroppo stravolgeranno tutte le nostre abitudini quotidiane.

Il turista sarà prettamente interno e farà vacanze brevi e “lente”. Molte persone avranno una capacità di acquisto inferiore rispetto agli anni scorsi poiché tanti hanno perso il lavoro o hanno dovuto vivere con i risparmi. Chi non ha avuto grossi problemi di calo di fatturato o di perdita dell’impiego potrebbe avere meno giorni di ferie a disposizione, in quanto ha dovuto fruirne per poter stare a casa durante la quarantena, o deve recuperare il lavoro che si è interrotto per quasi 3 mesi. Che quest’estate, ad agosto, si lavorerà più di altri anni? E’ probabile.

Più passano le settimane, più i sondaggi dicono che il 57% delle persone non è intenzionata a partire per le solite vacanze, un po’ per paura, un po’ per motivi economici. Gli altri nostri connazionali vorrebbero partire, anche se ancora non si sa dove, né come.

Sarà complicato prendere un aereo, le frontiere difficilmente saranno tutte aperte e continuerà a vigere l’obbligo del distanziamento sociale.

Dove si viaggerà questa estate e quali strutture ricettive andranno per la maggiore?

Presumibilmente gli italiani riscopriranno il nostro paese, il mezzo preferito per spostarsi sarà la propria auto e l’estate sarà costellata dal turismo di prossimità e anche da piccole gite fuori porta, soprattutto per chi è più in difficoltà economica o continua ad esser preoccupato per il virus.

Ecco perché si parla di turismo interno e di prossimità. La gran parte delle persone si sposteranno nelle regioni limitrofe e scopriranno luoghi generalmente meno turistici, ma altrettanto belli. Le gite fuori porta saranno gettonate e si riscopriranno i borghi senza tempo e le tradizioni culturali e culinarie in zone lontane dal turismo di massa.

Con la regola del distanziamento sociale, soprattutto nelle primissime settimane estive, bisognerà fare attenzione in qualsiasi luogo decideremo di recarci: dal mare alla montagna, dalla città d’arte al piccolo borgo. Sarà più facile e meno stressante recarsi in località costiere con chilometri di costa e ampie spiagge. Idem per le località montane poco battute, dove ci sono chilometri di sentieri e in cui è più difficile trovarsi vis a vis con altri escursionisti. Allo stesso modo, sarà meno complicato visitare piccoli borghi meno noti e affollati, ma che vale la pena assolutamente recarsi, anziché città d’arte stupende, ma che tipicamente si riempiono di turisti.

Le vacanze saranno prettamente “family” e ripartiranno molto prima dei viaggi di gruppo e dei viaggi organizzati, per cui sarà anche più facile che ci siano soggiorni pianificati in autonomia, tramite gli strumenti digitali. Inoltre è plausibile che la coda dell’estate (il mese di settembre), se tutto andrà bene, potrà beneficiare del turismo che non è potuto partire nelle prime settimane estive (giugno-luglio) a causa della paura per la diffusione del coronavirus nel nord Italia.

Per quanto riguarda le strutture ricettive, le case vacanze con ampi giardini e, possibilmente, la piscina, potrebbero essere più ricercate dei grandi alberghi che tipicamente offrono molti spazi comuni e rischi di assembramento. Allo stesso modo, i campeggi e le residenze rurali potrebbero essere scelti maggiormente rispetto ai villaggi turistici che, come gli hotel, presentano più spazi chiusi.

Per questa estate 2020 niente è perduto e…

…tutto è in evoluzione.

Le soluzioni per chi potrà partire e concedersi una piccola vacanza ci sarebbero. Ma bisogna ancora capire quali saranno i territori che si organizzeranno meglio, sia per quando riguarda l’offerta turistica, sia per quanto riguarda il riuscire a trasmettere la sensazione di protezione e sicurezza.

Al momento non ci resta che rimanere positivi, seguire le regole del distanziamento sociale e utilizzare le mascherine che proteggano noi e gli altri. L’estate è vicina, ma mancano ancora alcuni mesi al periodo clou, quindi non perdiamo le speranze!

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